"It's been a hard day's night. And I've been folding like a dog.
It's been a hard day's night. I should be sleeping like a log."
Sabato 25 aprile alle ore 10, mancano tre giorni e mezzo alla partenza.
A colazione è scatta l'operazione "Doping", non mi vergogno ad ammetterlo, con la complicità di un barattolo di Nutella e di un panino arabo.
Comincio a piegare.
Odio avere un obiettivo di quantità da realizzare, sono una piegatrice lenta, resterei delle ore a rigirarmi questo pezzo di carta fra le dita, per arrotondare, dare forma, rifinire, modificare. Ed invece, una volta finito un modello, devo metterlo giù per dedicarmi a quello successivo della lista. Quando va bene e c'è del wet folding di mezzo, posso tornare a lavorarmelo, ma solo per poco, non ho mica tutta la giornata.
Per gli origami da esporre ho cercato di curare al massimo la scelta della carta. Quale occasione è migliore di questa per tuffarmi nel mucchio di carta che aspetta da anni di essere trasformata in qualcosa di bello? Qualche mese fa un amico mi ha chiesto: "Ma tu la piegherai mai tutta questa carta?" ed intanto guardava con smarrimento i rotoli di carta ammassati nel cestone di vimini. Non so se la piegherò mai tutta, ma in questi giorni mi sto davvero impegnando a piegarne almeno una buona parte. Apro senza pietà le chiusure adesive dei pacchetti (adoro il profumo della carta buona al mattino), lavoro di squadrette e forbici sui fogli di carta decorata, di carta Stardream, di carta pelle di elefante, scartabello nel cassetto alla ricerca di quel pacchetto residuo di preziosa carta stropicciatina, ribalto casa alla ricerca dell'umile kami, la carta da origami liscia e semplice, bianca da un lato e colorata sull'altro, perché per i modelli 2D serve anche quella e chissà dove l'ho messa.
I modelli complessi richiedono concentrazione, i gesti devono essere misurati ma non ci si può soffermare nemmeno troppo a lungo. Festina lente, affrettati lentamente diceva qualcuno nell'antica Roma. I modelli semplici dovrebbero essere più rilassanti da piegare, invece se in un origami complesso è giustificato trovare qualche grinza o delle imprecisioni, un modello semplice deve essere piegato a regola d'arte, altrimenti sembrerà una porcata. Quindi i modelli semplici richiedono doppia concentrazione.
Nel programma del convegno una parte importante è costituita dalle classi di piegatura. I partecipanti al convegno troveranno un tavolo sul quale saranno elencati i modelli origami che saranno insegnati ed è previsto che ci sia un modello esposto come esempio del soggetto. Se non voglio smontare e rimontare l'esposizione devo prevedere di piegare degli esemplari in pù per i modelli che insegnerò.
Dopo tanta serietà devo lasciare sfogare il mio lato clownesco e quindi scelgo la carta più chiassosa che c'è, carta washi Chyogami, con quadretti, fiorellini e farfalline e carta Tassotti in una fantasia che ricorda delle scaglie. Il fatto è che piegare gli stessi modelli con queste carte non proprio "tecniche" è forse più difficile che piegare quelli destinati all'esposizione. Che ci volete fare, mi diverto così!
Nel turbinio della giornata, riesco anche a cucinare un piatto di farfalle al tonno per pranzo ed un minestrone di verdure per cena, in qualche modo mi prendo cura di me stessa.
It's been a hard day's night. I should be sleeping like a log."
Sabato 25 aprile alle ore 10, mancano tre giorni e mezzo alla partenza.
A colazione è scatta l'operazione "Doping", non mi vergogno ad ammetterlo, con la complicità di un barattolo di Nutella e di un panino arabo.
Comincio a piegare.
Odio avere un obiettivo di quantità da realizzare, sono una piegatrice lenta, resterei delle ore a rigirarmi questo pezzo di carta fra le dita, per arrotondare, dare forma, rifinire, modificare. Ed invece, una volta finito un modello, devo metterlo giù per dedicarmi a quello successivo della lista. Quando va bene e c'è del wet folding di mezzo, posso tornare a lavorarmelo, ma solo per poco, non ho mica tutta la giornata.
Per gli origami da esporre ho cercato di curare al massimo la scelta della carta. Quale occasione è migliore di questa per tuffarmi nel mucchio di carta che aspetta da anni di essere trasformata in qualcosa di bello? Qualche mese fa un amico mi ha chiesto: "Ma tu la piegherai mai tutta questa carta?" ed intanto guardava con smarrimento i rotoli di carta ammassati nel cestone di vimini. Non so se la piegherò mai tutta, ma in questi giorni mi sto davvero impegnando a piegarne almeno una buona parte. Apro senza pietà le chiusure adesive dei pacchetti (adoro il profumo della carta buona al mattino), lavoro di squadrette e forbici sui fogli di carta decorata, di carta Stardream, di carta pelle di elefante, scartabello nel cassetto alla ricerca di quel pacchetto residuo di preziosa carta stropicciatina, ribalto casa alla ricerca dell'umile kami, la carta da origami liscia e semplice, bianca da un lato e colorata sull'altro, perché per i modelli 2D serve anche quella e chissà dove l'ho messa.
I modelli complessi richiedono concentrazione, i gesti devono essere misurati ma non ci si può soffermare nemmeno troppo a lungo. Festina lente, affrettati lentamente diceva qualcuno nell'antica Roma. I modelli semplici dovrebbero essere più rilassanti da piegare, invece se in un origami complesso è giustificato trovare qualche grinza o delle imprecisioni, un modello semplice deve essere piegato a regola d'arte, altrimenti sembrerà una porcata. Quindi i modelli semplici richiedono doppia concentrazione.
Nel programma del convegno una parte importante è costituita dalle classi di piegatura. I partecipanti al convegno troveranno un tavolo sul quale saranno elencati i modelli origami che saranno insegnati ed è previsto che ci sia un modello esposto come esempio del soggetto. Se non voglio smontare e rimontare l'esposizione devo prevedere di piegare degli esemplari in pù per i modelli che insegnerò.
Dopo tanta serietà devo lasciare sfogare il mio lato clownesco e quindi scelgo la carta più chiassosa che c'è, carta washi Chyogami, con quadretti, fiorellini e farfalline e carta Tassotti in una fantasia che ricorda delle scaglie. Il fatto è che piegare gli stessi modelli con queste carte non proprio "tecniche" è forse più difficile che piegare quelli destinati all'esposizione. Che ci volete fare, mi diverto così!
Nel turbinio della giornata, riesco anche a cucinare un piatto di farfalle al tonno per pranzo ed un minestrone di verdure per cena, in qualche modo mi prendo cura di me stessa.
E' stata la notte di una dura giornata, ed ho piegato come un cane.
E' stata la notte di una dura giornata, e dovrei già dormire come un ciocco di legno.
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