2 settembre 2015

Quel momento in cui.

Oggi ho piegato una base per un modello che volevo realizzare da tempo. Era dal 19 agosto che non mi capitava.

Mentre scrivo queste note il modello non lo ho nemmeno cominciato a piegare, tra l'altro non so se poi riuscirò a realizzarlo e se sarà soddisfacente, ma non è questo l'oggetto del post. Ciò che vorrei descrivere è lo stato d'animo di eccitazione che provo nel momento in cui trovo una nuova struttura. Vorrei raccontare quello che succede nell'istante in cui mi rendo conto che potrò davvero piegare un origami che avevo voglia di realizzare.

Prima di tutto ci vuole un'idea di partenza, un soggetto che mi piacerebbe rappresentare in origami. In secondo luogo è importante per me sperimentare in modo libero ed a mente vuota, come quando si fanno gli scarabocchi al telefono. Piego molti scarabocchi di carta ed al tempo stesso ho una lunga lista di desiderata. La mia creatività si alimenta soprattutto di questo.


Ogni tanto succede: capisco che lo scarabocchio di carta che ho in mano in quel momento potrebbe essere proprio il punto di partenza per realizzare uno dei soggetti che volevo piegare. Ed è quello il momento in cui succede. Le mani quasi tremano e rigirano la carta, guardo quella forma geometrica abbozzata, ma ciò che vedo si trova al di là della sua realtà fisica. Anche se so che devo fermarmi, prendere appunti, ragionare, in realtà ho solo voglia di piegare per provare a realizzare il modello per il quale è nata quella forma base.

Nella mia mente prendono forma miriadi di sviluppi possibili. Ho la percezione chiara e netta del fatto che in quel preciso istante, coesistono simultaneamente tutte le potenziali pieghe che si possono tracciare sulla carta a partire da quella base. E' l'esperienza concreta più vicina al multiverso che io abbia mai fatto. Per un istante mi sento in grado di fronteggiare l'infinità e non mi sento piccola al confronto, perché quest'infinità è contenuta nel pezzo di carta che è nelle mie mani.

E' un attimo di pura estasi.

E' come quando si sta per prendere una decisione importante per sè stessi e per la propria vita. Da quel punto cruciale in avanti sono possibili infiniti futuri. Ma se nella vita i fattori in gioco sono molti, in questo caso ciò che succederà dipende solo e soltanto da me e dalle mie scelte.

Prima o poi l'equilibrio si dovrà rompere: non è possibile restare per sempre con quella base mezza piegata in mano, i neuroni sovraccarichi per il vorticare delle idee ed il sorriso mezzo ebete in faccia.

Allora comincio a piegare e percorro il primo passo verso il modello finito, compio la prima scelta, lascio alle spalle il primo bivio ed il momeno dell'estasi. Da lì in avanti è un'attività febbrile quella che prende il sopravvento. Il percorso mentale è un susseguirsi di biforcazioni e di scelte. Come il protagonista della Storia Infinita so di dover percorrere fino in fondo la strada dei desideri per arrivare alla meta.

Alla fine mi risveglio, torno ad una dimensione umana, meno trascendente, ad una realtà lineare, all'universo che sono abituata a conoscere. Il nuovo modello è nato. Da quel momento in avanti raffinarlo è una questione tecnica, di abilità manuale, di esperienza e gusto personale.

La vita riprendere a scorrere, torno a compilare la mia lista dei desiderata ed a riempire le mie scatole di scarabocchi piegati.

La creatività sonnecchia soddisfatta.

Fino alla prossima volta.